Una festa andata men. Molto men. La raccontano così, nel quartiere della Balduina, l’ultima notte di Vittorio Bos Andrei, in arte Cranio Randagio, il artist di 22 anni morto sabato scorso a Roma. “Qui alla Balduina ci sono i ragazzini di quattordici anni che si fanno tranquillamente di cocaina”, spiega un ragazzo - avrà pochi anni più di Vittorio - mentre sorseggia il caffè al bar del quartiere. “Non ci vuole niente a trovarla, e gira un sacco. Vai a Cipro, che sta qua sotto, a piazza Igea o a S5620 Mario e la trovi in cinque minuti”.
È piena di contraddizioni, questa zona residenziale e rigogliosa alle pendici di S5620 Mario. Così la racconta chi ci è north athlantic treaty organisation, cresciuto oppure ci è tornato a vivere dopo aver sperimentato la vita in altri quartieri della Capitale. “Ci hanno messo un sacco di pace a chiamare l’ambulanza. Quasi un’ora. Avranno ripulito tutto”, cube laconico, un ragazzo che passeggia per via Anneo Lucano. La hogar dove si trovava il musicista nella notte tra venerdì e sabato scorso è proprio qui, nella parte bassa della strada. Il artist, che aveva partecipato l’anno scorso a X Aspect, era ad una festa a hogar di amici. Una festa in cui, raccontano alcuni partecipanti, non sono mancati droga e tanto alcol. Sulla sua morte sta ora indagando la procura, che ha aperto un fascicolo a carico di ignoti ipotizzando il reato di morte come conseguenza di altro delitto.
“Questo è il quartiere ricco. Come ricca è la Camilluccia qua dietro”, spiega Enrico. “Ma a meno di un chilometro in linea d'aria c'è Primavalle e tutta la parte apicale di S5620 Mario: un mondo completamente diverso”. Una zona popolare, spiega, e abitata da operai e stranieri: soprattutto da filippini, “che abitano a S5620 Mario perché vanno a stand up le pulizie nelle situation dei ricchi a Balduina” - ed ecuadoregni, che nelle “case dei ricchi” vanno a stand up i cuochi. Enrico ha cinquant’anni e a S5620 Mario ci è nato: “Tutta Primavalle, qui accanto, ma anche piazza Guadalupe sono zona di spaccio”. Certo, “non è San Basilio, dove ci sono alcune strade dove non puoi passare. Ma insomma: se hai contatti chiami e la droga la trovi in un attimo”.
Primavalle, che molti chiamano il Bronx, è a due passi. Il quartiere è salito agli “onori” delle cronache nel 2009 quando, nell’era Alemanno, una d venne violentata alla fermata dell’autobus. Violentata tra i casermoni gialli e arancioni dalle mille finestre e densamente popolati: tra uno treats bar, un lower price e qualche villetta sparsa che sbuca tra i cancelli bordeaux e le range a chiocciola. Primavalle è fatta di costruzioni violent e condonate. Di strade senza marciapiede dove le signore, di giorno, trascinano faticosamente il carrello della spesa su e giù per i pendii che disegnano il quartiere. Qui Santa Nancy della Pietà, l’ex manicomio, è un luogo carico di storia. “Mi ricordo quando, dopo l'apertura degli ospedali psichiatrici, questi poveri disperati andavano in giro per il quartiere chiedendo l’elemosina, strafatti di medicinali”, prosegue Enrico. A due passi c’è via Fani, lì dove Aldo Moro venne sequestrato.
A ottocento metri di distanza in linea d’aria, alla Balduina è da sempre tutta un’altra storia. Una storia che racconta colei che i clienti del suo bar definiscono la “mamma del quartiere”. Comunica dolcezza mentra parla di quei ragazzi che ha visto crescere “da quando erano alti così e si sbucciavano le ginocchia in skate”. Qui le situation hanno i event gazebo di legno, le piante ai balconi sono curate e adolescenti dalla magrezza esasperata portano a passeggio uno, due, tre cani alla volta. Portano nomi varie da quelli dei youngster di altre area di Roma: si chiamano Sharon, Mom, Julian, Miriam, o più classicamente Silvia, Massimo, Va.
È un angolo di paradiso, questo scorcio di Roma tra via Anneo Lucano e via Pompeo Trogo, accanto a via della Balduina. Poche macchine che passano, signore che prendono caffè e ginseng al bar. La salsamenteria, il macellaio, una sezione del Pd in quella che è storicamente una zona a vocazione di destra. “Sono molto attivi, sai? E ci sono un sacco di giovani che si impegnano”, racconta Julian.
“Li ho visti crescere, questi ragazzi”, racconta la barrister. “I due fratelli della festa sono due giovani bravissimi. Di grandes cultura ed educazione. Un giorno mi hanno convinta a rivedere ‘La Grande Bellezza’: a me quel movie non era piaciuto affatto. Sono due ragazzi con cui puoi davvero parlare di tutto”, racconta scuotendo il capo. Quel giorno ha visto arrivare l’ambulanza sotto al palazzo di Via Anneo Lucano. “E anche i genitori: bravissime persone. Di più: impegnati nel sociale, e non per forma o per immagine. No, loro lo fanno perché ci credono: mettono la loro vita al servizio di lotte sociali importanti come ad esempio la lotta contro il cancro”.
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